Vi proponiamo le nostre interviste, curate da Rudi Pavšič e Marzio Lamberti, a Mirko Brulc e Vittorio Brancati, i due sindaci di Nova Gorica e Gorizia che, nel 2004, furono protagonisti dello storico momento che caratterizzò l’adesione della Slovenia all’Unione europea, cambiando il volto e la storia delle nostre due città.
- In questi giorni viene ricordato il ventesimo anniversario della caduta del confine. C’è una immagine simbolo: sul piazzale della Transalpina: i due sindaci assieme al Presidente della Commissione europea Romano Prodi. Cosa ricordi di quella sera ? Quali le emozioni.
BRULC: 20 anni fa Nova Gorica era di estremo interess per gran parte del mondo. Abbiamo ricevuto la visita di oltre 250 giornalisti provenienti da tutti i paesi. Erano particolarmente interessati alla caduta del cosiddetto “muro di Berlino” nostrano. La celebrazione alla presenza del Presidente della Commissione europea Romano Prodi è stata una ricompensa per tutti gli abitanti della zona di confine per il loro impegno a lungo termine per la pace lungo il confine e per la amichevole cooperazione transfrontaliera. Ma non so perché sia stato necessario togliere la recinzione che divideva le due città in quanto non c’é ragione per vergognarsi del nostro passato.
BRANCATI: La svolta del 30 aprile 2004 ha coronato un sogno di tutta una vita non solo per me ma, credo, anche per molti goriziani e ciò perchè abbiamo visto e vissuto quel confine tracciato in mezzo alle case 57 anni prima, lo stesso confine che fino a pochi mesi prima divideva in due anche Piazza transalpina. Quella serata (anche se sotto la pioggia) con l’inaugurazione della nuova piazza l’entrata della Slovenia nella UE ha rappresentato un simbolo di un’Europa unita, di convivenza delle due Gorizie, un modo per superare i confini e le divisioni e avviare una fase di sviluppo per le due città. Ma sono convinto che con me avranno gioito con orgoglio coloro che per primi intuirono e intravidero già molti anni prima il futuro di queste terre nel dialogo e nel confronto aperto tra popoli e culture diverse. Mi riferisco ad alcuni illuminati politici e amministratori pubblici, operatori sindacali e di associazioni culturali e di volontariato italiane e slovene. - Quel 30 aprile di 20 anni fa ha posto fine al secolo buio per il goriziano . Si sono aperte le porte del futuro. Ha contribuito a fare un salto di qualità ai rapporti fra le due comunità assicurando una elevata condizione di convivenza e di rispetto reciproco.
BRULC: Siamo stati molto contenti dell’ingresso della Slovenia nell’Unione europea, e poi per il suo ingresso
nell’area di Schengen. I nostri anziani avevano le lacrime agli occhi che esprimevano soddisfazione e felicità. Eravamo pieni di progetti sull’integrazione transfrontaliera. Abbiamo organizzato il trasporto transfrontaliero in autobus, pubblicato l’opuscolo “KAM”, dove abbiamo annunciato eventi su entrambi i lati del confine, abbiamo tenuto una riunione congiunta delle due Amministrazioni comunali, e molto altro. Tutto questo è stato possibile anche grazie allo straordinaria collaborazione del sindaco Vittorio Brancati, con il quale abbiamo coordinato gli eventi lungo il confine.
BRANCATI: Il secolo appena trascorso con il dramma della seconda guerra mondiale ha portato sull’attuale confine contrapposizioni, rancori, divisioni tra stati e tra i diversi sistemi politici ed economici. Ma va sottolineato che gli Italiani e gli Sloveni convivono su questo territorio da secoli e che le due comunità si sono sviluppate nel corso dei secoli amalgamando i rapporti sia nel campo culturale che sociale ed economico. - Manca però ancora una concreta e visibile realizzazione di opere o di iniziative comuni sul territorio stabilii e durature. La previsione della cooperazione economica, dell’internazionalizzazione delle stazioni ferroviarie, dell’integrazione socio-sanitaria ecc ancora non decollano.
BRULC: Valutare iniziative ed eventi dal mio punto di vista, quando sono trascorsi più di 14 anni da quando sono stato sindaco, non può essere imparziale. Sicuramente mi aspettavo un collegamento più profondo tra i due ospedali (una volta i nostri chirurghi hanno aiutato i colleghi di Gorizia). Avevamo progettato una “tessera sanitaria transfrontaliera”, abbiamo concordato un campus studentesco comune e avevamo molti altri progetti simili ed eravamo sicuri che alla fine li avremmo realizzati. Sono convinto che tutti i contenuti di cui ho parlato siano ancora oggi attuali, ma la volontà reciproca di attuarli, a quanto pare, non c’è più.
BRANCATI: Infatti, credo che per tale ragione sia arrivato il momento per costruire la città unica “in due stati” (e con due amministrazioni). Ciò vuol dire avviare e rafforzare l’integrazione dei servizi, progettare una urbanistica comune, sviluppare sinergie forti nella società, nell’istruzione e nei trasporti, la valorizzazione e lo sviluppo della Zona Logistica Semplificata (ZLS) che rafforzi la funzione propulsiva dell’intera area trans confinaria. Tutto ciò rafforzando il ruolo e il lavori del GECT-GO. Una particolare attenzione va assicurata al rafforzamento della formazione universitaria allo scopo di formare professionalità di studiosi e di operatori che orientano allo studio e alla gestione del problema confine. Inoltre il ruolo dell’università è di fondamentale importanza nella rete e nella suddivisione dei processi formativi, sia per tramandare la conoscenza che per le ricadute economiche delle attività che offre. - Da qualche mese è partito l’impegno per GO2025. Di qua e di là cominciano a delinearsi alcune opere infrastrutturali che rimarranno in dote alle due città. Quali positività potranno ricadere sul Gorizia e Nova Gorica?
BRULC: La scelta di Nova Gorica di diventare Capitale Europea della Cultura è per tutti noi una straordinaria ricompensa, ma anche una grande responsabilità . Gli errori che sono accaduti e che continuano a verificarsi mi preoccupano. Chissà chi ha “portato” da Roma l’architetto che ha progettato uno strano edificio alla Transalpina (trg Evrope), snobbando il mosaico, simbolo dell’ingresso della Slovenia nell’UE. Abbiamo
la promessa di una bella stazione ferroviaria, ma non so se questa sarà una grande acquisizione per Nova Gorica. I progetti di una grande sala per concerti e di una galleria sono caduti nel vuoto. La comparsa di manifesti a Nova Gorica solo in italiano, la proiezione di un film sulle foibe, che distorce la verità storica, e l’inaccettabile interpretazione della storia da parte di alte autorità italiane non riflettono il desiderio di integrazione culturale transfrontaliera che dovrebbe rappresentare la Capitale europea della Cultura. Spero che un giorno, quanto prima, riusciremo a superare tutto questo.
BRANCATI; Sono convinto che per prima cosa ci deve essere un comune, convergente , sereno e meditato
esame sui ritardi culturali e amministrativi delle attuali e passate gestioni comunali, alla luce non di vecchi filtri ideologici ma dei risultati e arretratezze del contesto urbano come è stato possibile anche grazie al grandissimo apporto del sindaco Mirko Brulc . Se ci sarà poi la convinzione di saldare tra le forze politiche e la città una seria pattuizione per il cambiamento non solo per il 2025, allora Gorizia avrà un futuro di sviluppo e di serenità tenendo conto anche degli importanti finanziamenti che stanno arrivando in città in vista di questo importante appuntamento e dell’impegno concreto assicurato da Regione, CCIA, Fondazione Cassa di Risparmio, Diocesi, associazioni .